Victor-Marie Hugo (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885) è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo e politico francese, consi...

Victor_Hugo

I suoi scritti giunsero a ricoprire tutti i generi letterari, dalla poesia lirica al dramma, dalla satira politica al romanzo storico e sociale, suscitando consensi in tutta Europa.

Victor Hugo ha scritto nove romanzi. Essi coprono l'intero arco della sua vita, dal primo, Bug-Jargal, scritto quando aveva sedici anni, all'ultimo, Novantatré. I suoi romanzi toccano inoltre tutti i generi letterari, senza che sia possibile dare di essi una definizione univoca.

I primi romanzi nascono negli anni del grande successo di Walter Scott; ma nonostante che l'ispirazione primaria sia quella del romanzo storico, Hugo non perde mai una certa indipendenza e relatività: in lui, l'attualità fa sempre capolino dietro la storia. Così è in Han d'Islanda (1823) e in Bug-Jargal (1826); così è soprattutto per il suo primo grande capolavoro, Notre-Dame de Paris, del 1831, affresco della Parigi medievale e della sua cattedrale gotica, che riprende dai drammi degli stessi anni la tendenza alla mescolanza degli stili, dei registri, alla compenetrazione di sublime e grottesco, in particolare nel personaggio di Quasimodo.

L'attenzione ai problemi dell'attualità sociale prende corpo in appassionate lotte contro l'ingiustizia e l'oscurantismo: L'ultimo giorno di un condannato a morte (1829) e Claude Gueux (1834) sono allo stesso tempo romanzi storici e sociali impegnati in una lotta — l'abolizione della pena di morte — che supera i limiti della finzione. Così è anche per I miserabili (1862), che esce in pieno periodo realista ma che da esso riprende pochi elementi: quest'immenso successo popolare oscilla tra tutti i generi, dal melodramma al didattico.

Con I lavoratori del mare (1866) e L'uomo che ride (1869), l'autore si riavvicina all'estetica romantica dei primi scritti, dominata da personaggi deformi, mostruosi, e da una natura spaventosa. Più vicino alla storia è invece l'ultimo romanzo, Novantatré (1874), che mette in scena un tema molto caro all'autore: il ruolo fondante della Rivoluzione francese nella coscienza letteraria, politica, sociale e morale del XIX secolo.

Caratteristica portante di tutti i romanzi di Hugo — come in generale di quasi tutta la sua produzione — è di non fermarsi mai alla semplice piacevolezza: essi sono sempre al servizio di un'idea. Questo dà conto delle numerose e spesso lunghe digressioni che interrompono la narrazione, come quelle sulla miseria materiale e morale ne I miserabili. Ad avvicinarli ai drammi sono invece lo scontro costante dei protagonisti con l'esterno, con un'implacabile fatalità che talvolta deriva dalla società, talvolta dalla storia, talvolta anche dalla natura: ne deriva un avvicinamento al sublime, all'epopea di una lotta titanica e tragicamente destinata a fallire. Ma l'autore sa essere vicino anche alla vita povera e quotidiana degli umili, senza mai sconfinare in un asciutto realismo.

Sono quasi un centinaio gli adattamenti per il cinema, dei quali più di quaranta sono tratti da I miserabili (vedi), seguito da vicino da Notre-Dame de Paris (vedi). Questi film sono una delle prove più lampanti dell'universalità di Victor Hugo, adattato in numerosi paesi: Stati Uniti d'America (Don Caesar de Bazan, tratto da Ruy Blas, 1915), Inghilterra, India (Badshah Dampati, tratto da Notre-Dame de Paris, 1953), Giappone (Re Mizeraburu: Kami To Akuma, I miserabili trasposto in un'ambientazione giapponese, 1950), Egitto (Al Bo'asa, sempre da I miserabili, 1978), Italia (L'uomo che ride, da L'uomo che ride, 1966), Francia ecc.

Già nei primi anni del Novecento appaiono sullo schermo versioni cinematografiche tratti dai suoi romanzi: nel 1909, David Wark Griffith firma la regia e la sceneggiatura di A Fool's Revenge, adattamento di Il re si diverte.

Il_gobbo_di_Notre_Dame_(1996)

Hugo è stato adattato anche in cartoni animati, come ne Il gobbo di Notre-Dame della Disney, 1996, o I miserabili, film d'animazione giapponese del 1979.

A questi si aggiungono i film ispirati alla vita dello scrittore, dei quali Adèle H., una storia d'amore di François Truffaut è uno dei più noti.

Non bisogna dimenticare, nella vasta produzione di Victor Hugo, i suoi disegni: egli è un autodidatta e non esita a sperimentare nuove tecniche e nuovi ingredienti, dall'inchiostro al caffè, al carbone, usando anche fiammiferi e piume al posto dei pennelli.

Generalmente le sue opere sono di media taglia e servono nella maggior parte dei casi a illustrare i suoi scritti, oppure come regali da inviare agli amici in ricorrenze speciali. Quest'arte è per lui principalmente un passatempo.

Inizialmente i suoi lavori sono nettamente realistici, salvo poi acquisire una dimensione più fantastica con l'esilio e il suo confronto "mistico" con il mare. Questa sua tendenza gli varrà molte lodi: Charles Baudelaire ebbe a dire: « Non ho trovato presso gli espositori del Salone la magnifica immaginazione che cola dai disegni di Victor Hugo come il mistero dal cielo. Parlo dei suoi disegni a china, perché è fin troppo evidente che, in poesia, il nostro poeta è il re dei paesaggisti. »

Opere.
Victor Hugo fu uno scrittore instancabile; la sua opera comprende soprattutto componimenti poetici, drammi, romanzi, oltre a testi di carattere letterario, politico o filosofico, e a un consistente epistolario. È autore anche di numerosi disegni e di alcuni dipinti. Le opere di Hugo furono illustrate da diversi incisori, fra i quali spicca per efficacia François Chifflart.

(FR)
« L'ensemble de mon œuvre fera un jour un tout indivisible. […] Un livre multiple résumant un siècle, voilà ce que je laisserai derrière moi. »

(IT)
« L'insieme della mia opera un giorno sarà come un tutto indivisibile. […] Un libro molteplice che sintetizzi un secolo, ecco quello che lascerò dietro di me. »

(Lettera del 9 dicembre 1859)


Lista delle opere in ordine cronologico:

Odi e poesie diverse (Odes et poésies diverses, poesia, 1822)
Han d'Islanda (Han d'Islande, romanzo, 1823)
Nuove odi (Nouvelles Odes, poesia, 1824)
Bug-Jargal (romanzo, 1826)
Odi e ballate (Odes et ballades, poesia, 1826)
Cromwell (dramma, 1827)
Le orientali (Les Orientales, poesia, 1829)
L'ultimo giorno di un condannato a morte (Le Dernier Jour d'un condamné, romanzo, 1829)
Hernani (dramma, 1830)
Notre-Dame de Paris (romanzo, 1831)

Notre-DamedeParis-copertinaNotre-Dame de Paris è uno dei romanzi a sfondo storico più famosi di Victor Hugo.

Pubblicato nel 1831, all'età di 29 anni, fu il primo grande successo dello scrittore francese.

Venne infatti immediatamente accolto con amplissimo successo, superando senza problemi le possibili censure del tempo.

Il successo del romanzo all’epoca fu enorme, consacrando Hugo come uno dei più grandi scrittori romantici dell’Ottocento (dopo le opere teatrali del Cromwell del 1827 e dell’Hernani del 1830) e imponendosi nell’immaginario collettivo per la monumentale ricostruzione di Parigi (come poi sarà per la Parigi primo-ottocentesca de I Miserabili) e della sua cattedrale.


Marion Delorme (dramma, 1831)
Le foglie d'autunno (Les Feuilles d'automne, poesia, 1831)
Il re si diverte (Le Roi s'amuse, dramma, 1832)
Lucrezia Borgia (Lucrèce Borgia, dramma, 1833)
Maria Tudor (Marie Tudor, dramma, 1833)
Letteratura e filosofia insieme (Littérature et philosophie mêlées, 1834)
Claude Gueux (romanzo, 1834)
Studio su Mirabeau (Etude sur Mirabeau, saggio, 1834)
Angelo, tiranno di Padova (Angelo, tyran de Padoue, dramma, 1835)
I canti del crepuscolo (Les Chants du crépuscule, poesia, 1835)
Le voci interiori (Les Voix intérieures, poesia, 1837)
Ruy Blas (dramma, 1838)
I raggi e le ombre (Les Rayons et les ombres, poesia, 1840)
Il Reno (Le Rhin, 1842)
I Burgravi (Les Burgraves, dramma, 1843)
Napoleone il Piccolo (Napoléon le Petit, poesia, 1852)
I castighi (Les Châtiments, poesia, 1853)
Lettere a Luigi Bonaparte (Lettres à Louis Bonaparte, lettere, 1855)
Le contemplazioni (Les Contemplations, poesia, 1856)
La leggenda dei secoli (La Légende des siècles, poesia, 1859)
I miserabili (Les Misérables, romanzo, 1862)
William Shakespeare (saggio, 1864)
Canzoni delle strade e dei boschi (Les Chansons des rues et des bois, poesia, 1865)
I lavoratori del mare (Les Travailleurs de la mer, romanzo, 1866)
Parigi-guida (Paris-Guide, 1867)
L'uomo che ride (L'Homme qui rit, romanzo, 1869)
L'anno terribile (L'Année terrible, poesia, 1872)
Novantatré (Quatrevingt-treize, romanzo, 1874)
I miei figli (Mes Fils, 1874)
Atti e parole - Prima dell'esilio (Actes et paroles - Avant l'exil, articoli e discorsi, 1875)
Atti e parole - Durante l'esilio (Actes et paroles - Pendant l'exil, articoli e discorsi, 1875)
Atti e parole - Dopo l'esilio (Actes et paroles - Depuis l'exil, articoli e discorsi, 1876)
La leggenda dei secoli - 2ª serie (La Légende des siècles - 2e série, poesia, 1877)
L'arte di essere nonno (L'Art d'être grand-père, poesia, 1877)
Storia di un crimine - 1ª parte (Histoire d'un crime - 1re partie, romanzo, 1877)
Storia di un crimine - 2ª parte (Histoire d'un crime - 2e partie, romanzo, 1878)
Il Papa (Le Pape, poesia, 1878)
La pietà suprema (La Pitié suprême, poesia, 1879)
Religione e religioni (Religions et religion, poesia, 1880)
L'asino (L'Ane, poesia, 1880)
I quattro venti dello spirito (Les Quatres Vents de l'esprit, poesia, 1881)
Torquemada (dramma, 1882)
La leggenda dei secoli - 3ª serie (La Légende des siècles - 3e série, poesia, 1883)
L'arcipelago della Manica (L'Archipel de la Manche, 1883)
Opere postume
Teatro in libertà (Théâtre en liberté, drammi, 1886)
La fine di Satana (La Fin de Satan, poesia, 1886)
Cose viste - 1ª serie (Choses vues - 1re série, memorie e commentari, 1887, titolo non di Hugo)
Tutta la lira (Toute la Lyre, poesia, 1888)
Alpi e Pirenei (Alpes et Pyrénées, quaderno di viaggio, 1890)
Dio (Dieu, poesia, 1891)
Francia e Belgio (France et Belgique, quaderno di viaggio, 1892)
Tutta la lira - nuova serie (Toute la Lyre - nouvelle série, poesia, 1893)
Epistolario - Tomo I (Correspondances - Tome I, lettere, 1896)
Epistolario - Tomo II (Correspondances - Tome II, lettere, 1898)
Gli anni funesti (Les Années funestes, poesia, 1898)
Cose viste - 2ª serie (Choses vues - 2e série, memorie e commentari, 1900, titolo non di Hugo)
Poscritto della mia vita (Post-scriptum de ma vie, saggi filosofici, 1901)
Ultimo fascio (Dernière Gerbe, poesia, 1902, titolo non di Hugo)
Mille franchi di ricompensa (Mille Francs de récompense, dramma, 1934)
Oceano. Ammasso di pietre (Océan. Tas de pierres, poesia, 1942)
Pietre (Pierres, 1951)

Notre-Dame de Paris è uno dei romanzi a sfondo storico più famosi di Victor Hugo . Pubblicato nel 1831, all'età di 29 anni, fu il primo...

Notre-DamedeParis-copertina

Trama.
Parigi, 6 gennaio 1482. Un gruppo di zingari spagnoli, del quale fa parte Esmeralda, si è stabilito nella periferia della città, occupando un territorio preciso chiamato Corte dei Miracoli per celebrare in piazza la Festa dei Folli, in occasione dell'Epifania. I gitani incantano la popolazione del luogo con trucchi e magie cercando contemporaneamente di guadagnarsi da vivere, spesso derubando o raggirando la gente, a volte anche uccidendola, tranne la bella e dolce zingara Esmeralda. Tutta la tribù zingaresca dei gitani è capitanata dal crudele Clopin Trouillefou, un mendicante scaltro e carismatico che è anche un assassino.

Intanto, per svegliare la gente all'alba, le campane vengono suonate da Quasimodo, un giovane uomo deforme e di mostruosa bruttezza che lavora come campanaro della cattedrale di Notre Dame. Nonostante tutti provino disgusto e paura nei suoi confronti, Quasimodo, più comunemente detto Il gobbo di Notre Dame, è di animo buono, anche se non lo manifesta. Trascorre le giornate appollaiato sui gargouilles (ossia gargolle) e sulle guglie: è triste per il fatto di essere diventato sordo a causa della continua esposizione al suono delle campane. La sua sordità e l'assenza di persone con cui parlare lo rendono anche muto. Solamente il suo padrone, l'arcidiacono della cattedrale chiamato Mons. Frollo, comunica con lui tramite un linguaggio a gesti. Frollo, come aveva allevato da solo il fratello Jean, aveva adottato e salvato Quasimodo quando da bambino, abbandonato dai genitori zingari per il suo aspetto deforme, era stato portato in chiesa fra i trovatelli per essere venduto o, nel peggiore dei casi, ucciso.

Frollo, dedicandosi anche all'alchimia e disinteressato dal fratello Jean diventato come uno zingaro, si innamora però di Esmeralda, che è solita danzare tra le vie di Parigi, in particolare davanti alla grande cattedrale, con la capretta Djali. A causa della sua posizione religiosa e dei suoi princìpi morali che lo portano a detestare profondamente tutti i gitani, Frollo, essendo un membro del clero, non può manifestare i suoi sentimenti e, per questo motivo, decide di rapire la fanciulla con l'aiuto di Quasimodo. I suoi piani tuttavia vanno a monte perché Phoebus de Chateaupers, il capitano delle guardie di Parigi, li coglie sul misfatto, salvando così la ragazza da Frollo. Quest'ultima si innamora perdutamente del suo salvatore. Intanto Gringoire, il poeta politico, finisce nella corte dei miracoli, seguendo Esmeralda e sta per essere impiccato dagli zingari, ma Esmeralda lo reclama come sposo, salvandolo, pur rifiutando di amarlo. Quasimodo viene nel frattempo fustigato per il rapimento di Esmeralda, la quale è l'unica che provi pietà per lui e che lo disseti durante l'esecuzione. Quasimodo la ama perdutamente.

In seguito alla cattura della piccola zingara, il capitano Phoebus la nota fra canti e balli gitani nelle piazze di Parigi e riesce a strapparle un incontro mattutino. Phoebus, che appariva dapprima eroico e buono, si rivela semplicemente un uomo in cerca di cattiva compagnia e privo di sentimenti. Dà infatti appuntamento alla ragazza in una squallida camera affittata da decimi. Esmeralda, dapprima insicura ma temeraria, credendolo innamorato di lei, sta per cedere al volere dell'uomo per l'incertezza di averlo.

In quel momento però entra in scena Frollo, che si era prima inoltrato nella stanza con Phoebus stesso, dopo averlo pregato di poter assistere al suo incontro con la ragazza. L'Arcidiacono, nascosto dentro l'armadio, non riesce a trattenere la sua immensa gelosia dovuta al suo amore per la zingara che non lo aveva ricambiato, esce all'improvviso dal suo nascondiglio pugnalando alle spalle il capitano e scappa dalla finestra lasciando la giovane da sola con il corpo privo di sensi di Phoebus.

frollo

In una situazione del genere la colpa va certo alla ragazza che viene definita un'assassina. A questa accusa si aggiunge quella di stregoneria dovuta alla testimonianza della padrona dell'alberghetto in cui si era svolta la vicenda, che afferma di aver visto entrare tre persone in quella stanza e non due. Lo scomparso, in realtà Frollo, dato anche il suo aspetto molto sinistro, viene creduto il demonio e lei la sua aiutante, ma poiché Frollo non era stato scoperto, come arcidiacono, testimonia al processo religioso contro di lei e solo lei viene incolpata.

La zingara viene imprigionata, ma al processo, convinta che il suo Phoebus sia morto, non dice niente se non qualche vaneggiamento sul suo profondo amore per il cavaliere. Si arriva dunque al punto della tortura e qui Esmeralda, in preda alla disperazione, confessa di aver assassinato l'uomo e di aver aiutato il demonio, anche se sa di aver mentito.

Nelle segrete della prigione Frollo la va a trovare offrendole un accordo: se Esmeralda gli si concederà in amore egli le salverà la vita. Esmeralda, apprendendo che è Frollo ad aver tentato di uccidere Phoebus, rifiuta sdegnata. Viene condannata all'impiccagione. Tuttavia, quando la processione che dovrebbe portarla alla forca passa davanti alla cattedrale di Notre Dame, Quasimodo la rapisce e la porta in chiesa dove può godere del diritto d'asilo. Col tempo Esmeralda capisce che Quasimodo è buono e i due iniziano a fare amicizia, inoltre Quasimodo la salva da un assalto di Frollo.

Esmerelda_from_Hunchback_of_Notre_Dame

Ma, dopo alcuni giorni, davanti alla chiesa si raduna la grande folla di zingari con Clopin che chiede la grazia per la zingara, tentando di sfondare la porta. Tuttavia sia Quasimodo che il re Luigi XI fraintendono le richieste della folla. Quasimodo, infatti, credendo Esmeralda in pericolo, lancia pietre e piombo fuso sulla folla zingaresca dimostrante e Jean, il fratello di Frollo, viene ucciso dal gobbo, mentre il re, informato da Frollo e Gringoire e credendolo un assalto alla cattedrale sacra, invia i gendarmi per sedare la rivolta e giustiziare la "strega" Esmeralda. I soldati lanciano una pioggia di frecce contro gli zingari, sterminandoli in massa. Clopin rimane ucciso e i gitani rimasti fuggono. Nella confusione Frollo, senza svelare la sua identità, fa uscire la zingara da una porta sul retro e la fa navigare lungo la Senna. Lì si svela e le rinnova le sue profferte. Esmeralda rifiuta ancora e Frollo furioso avverte i gendarmi, mentre Pierre trae in salvo la capretta Djali.

Nella fuga Esmeralda, mantenuta la sua purezza, ritrova, nella sua cella della Tour Rouland, sua madre, un'ex prostituta reclusa, che tanto la odiava quando la vedeva danzare: ella odiava gli zingari in quanto le avevano rapito anni addietro la sua bambina, non sapendo che la bella danzatrice era proprio la sua figlia perduta, che riconosce solo in quel momento per una scarpetta da neonato, di cui essa ne conservava una uguale. Da questa inaspettata scoperta tenta di proteggerla dal suo tragico destino, ma invano.

Gringoire_MatteoSetti

Esmeralda, infatti, viene condannata e muore impiccata: la madre tenta di impedirlo, ma muore anche lei. Frollo assiste all'esecuzione da una delle torri della cattedrale provando un piacere sadico. Quasimodo, innamorato di Esmeralda ed in preda alla disperazione ed alla rabbia, riconosce la risata sadica del corrotto e colpevole Frollo e lo scaraventa giù dalla cattedrale, uccidendolo. Phoebus, guarito dalla ferita di Frollo, totalmente indifferente alla vicenda e senza alcun senso di colpa, si sposa con Fleur-de-Lys, una ricca ragazza di città. Il re, nel frattempo, muore di morte naturale.

Il cadavere di Esmeralda, in seguito all'impiccagione, viene portato in una sorta di cimitero nelle catacombe aperte e Quasimodo, innamorato, si addormenta vicino al suo cadavere e vi rimane senza muoversi, finché non muore anche lui, stando insieme a lei nell'aldilà. La scena, denominata significativamente Il matrimonio di Quasimodo, è forte e ci viene presentata con queste parole dall'autore:

« Trovarono, fra tutte quelle orribili carcasse, due scheletri, uno dei quali abbracciava singolarmente l'altro. Uno di quegli scheletri, che era quello di una donna, era ancora coperto di qualche lembo di una veste di una stoffa che era stata bianca, ed era visibile attorno al suo collo una collana di adrézarach con un sacchettino di seta, ornato da perline verdi, che era aperto e vuoto. Quegli oggetti erano di così poco valore che di certo il boia non li aveva voluti. L'altro, abbracciava stretto questo, era lo scheletro di un uomo. Notarono che aveva la colonna vertebrale deviata, la testa incassata tra le scapole e una gamba più corta dell'altra. D'altronde non aveva alcuna vertebra cervicale rotta ed era evidente che non fosse stato impiccato. L'uomo al quale era appartenuto era quindi giunto lì, e lì era morto. Quando fecero per staccarlo dallo scheletro che abbracciava, cadde in polvere. »

Quasimodo

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